mercoledì 31 agosto 2022

PELINI: La Tossicologia modifichi la sua visione sulle molecole naturali

 

PELINI: La Tossicologia modifichi la sua visione sulle molecole naturali

Paolo Pelini

Visto gli innumerevoli errori di valutazione nel merito e nel metodo scientifico utilizzato dalle numerose agenzie di controllo del rischio alimentare europee, nel valutare la tossicità in varie forme delle più disparate piante officinali dal Basilico, al the verde passando per l'aloe, il finocchio,la senna ecc... e altre dovremmo aspettarci di vedere in questo elenco nei prossimi mesi o giorni.
Urge la necessità come più volte denunciato o cercato di fare per mezzo stampa di una revisione profonda dei test di analisi tossicologica che riguardano i composti naturali di origine vegetale che al contrario di quelli di sintesi non possono e soprattutto non devono essere valutati al di fuori del loro contesto biologico, riferendomi con questo al fitocomplesso ciò è l'insieme dei composti presenti nella pianta o nella droga.
Questo perché come ci insegna l'esperienza scientifica le mole ole si influenzano tra loro e molte volte la pianta adotta delle strategie per tenere sotto controllo molecole potenzialmente tossiche anche per se stessa creando degli antagonisti molecolari  un esempio il cannabidiolo CBD risulta essere un antagonista chimico del Delta-9-tetraidrocannabinolo THC che ne mitiga gli effetti psicoattivi di quest'ultimo, nello stesso modo studi da me condotti su Aloe hanno dimostrato come seppur singoli composti o miscele di Aloina e Aloe emodina prese al di fuori del fitocomplesso possano avere effetti di alterazione dell'attività nucleare delle cellule gli stessi composti presi nel contesto dell'intero fitocomplesso sono del tutto non cancerogeni e genotossici, questo perchè evidentemente all'interno della pianta vi sono composti antagonisti che annullano l'effetto genotossico o cancerogeno delle prime.
Continuare a voler attribuire effetti inesistenti a composti perché estrapolati dal proprio contesto è del tutto errato! La tossicologia e il mondo scientifico si interroghino sulla questione. 
--
Paolo Pelini
Professione
Erbochimico
Consulenza e Ricerca Controllo Qualità, Valutazione e Ricerca Farmacognostica e Citotossicologica su Estratti Vegetali di Piante Officinali

Responsabile Scientifico Cytotoxicology Research Italy
Fondatore Movimento Salviamo Galileo - MSG
Roma - Italia

lunedì 22 agosto 2022

BASILICO CANCEROGENO? FACCIAMO CHIAREZZA.

 Premessa:

Nel 2001 e nel 2002, il Comitato Scientifico per l’Alimentazione (SCF) della Commissione Europea ha valutato safrolometileugenolo ed estragolo come cancerogeni mutageni e ha proposto di limitarne l’uso negli alimenti.

In questi giorni l'istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) cerca di riaprire il problema dicendo che servono più studi al riguardo per valutare la cancerogenicità e la mutagenicità di tali molecole presenti negli oli essenziali del basilico finocchio e altre piante.

BASILICO CANCEROGENO? FACCIAMO CHIAREZZA.



Il metileugenolo presente nell'olio essenziale di basilico È effettivamente una sostanza "potenzialmente" cancerogena in quanto in acqua si scompone in carbocationi (polarità positiva) che possono legarsi facilmente alle basi del DNA essendo di polarità negativa, e quindi in via teorica potrebbero portare ad alterazioni del corretto svolgimento di processo di sintesi delle proteine regolatrici della mitosi cellulare pur dovendo specificare che come tutti sanno quelli che studiano la biologia del cancro non bastano singole mutazioni genetiche a causare la formazione neoplasie Ma ci deve essere una interessamento di più fattori. 



Tuttavia come ci insegna la tossicologia qui entra in gioco la dose assunta, in quanto per provocare effetti cancerogeni rilevanti nell'uomo gli studi  ci dicono che bisognerebbe assumere  una dose di metileugenolo quotidiana 150 volte maggiore rispetto a quella assunta da una qualsiasi persona che mangi pesto anche due volte al giorno.

Inoltre come sempre ci sarebbe da considerare come per tutti gli studi che riguardano le piante e come non smetterò mai di ripetere l'azione generale di tutto il fitocomplesso e non andare a prendere solo la singola molecola.

Aspettando ulteriori sviluppi anche questo episodio dimostra l'atteggiamento dell'Europa e soprattutto della Germania di voler mettere i bastoni tra le ruote al settore salutistico e in questo caso alimentare italiano.

Paolo Pelini

Professione Erbochimico 

Ricerca Farmacognostica e Citotossicologica su Estratti Vegetali di Piante Officinali 

Roma 

http://www.paolopelinierbochimico.it