venerdì 11 dicembre 2020

La ricerca Microbiotica è il futuro della fitochimica e della Farmacognostica!


La ricerca Microbiotica è il futuro della fitochimica e della Farmacognostica!
Bisogna coinvolgere le aziende farmaceutiche e gli enti di ricerca per sviluppare questa nuova branca della ricerca sui botanicals che vede protagonista grazie agli studi da me condotti il Microbiota Vegetale dell' Estratti, nell' azione Farmacologica e Fitoterapia.
https://lnkd.in/dZ5v7FH
Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Controllo Qualità Fitochimico e Microbiologico e Ricerca Sviluppo Estratti Vegetali e Microbiotica

http://www.paolopelinierbochimico.it 

 

lunedì 7 dicembre 2020

Derivati Idrossiantracenici e Test di Ames

 DERIVATI IDROSSIANTRACENICI E TEST AMES


Cari amici, alcune notizie pare confermino la decisione oramai nell'aria dal 2017 della messa al bando dei derivati idrossiantracenici perché considerati genotossici e cancerogeni per il colon.



I dati forniti dal comitato  di esperti adire il vero sono adir poco contraddittori e efficaci (soprattutto quelli che utilizzano il test di ames)

 https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/5090


Il test di Ames consiste nell' utilizzo di un agente potenzialmente cancerogeno o genotossico in grado di indurre una mutazione revertante di un microrganismo modello mutato Salmonella thiphymurium, mutato per impedire la sintesi dell'aminoacido Istidina un aminoacido in grado di far sviluppare il microorganismo.

I batteri mutati vengono fatti crescere in un terreno di coltura addizionato con fegato di ratto (S9), questo per simulare quello che avviene all'interno di un organismo eucariote perché non tutte le sostanze potenzialmente cancerogene sono tali così come entrano nell'organismo ma devono subire una serie di modificazioni molecolari indotte da alcuni enzimi presenti nel corpo e in particolare nel fegato come i citocromi P450, questo tipo di sostanze  sono detti cancerogeni indiretti opro cancerogeni, vi è una minima quantità di Istidina, e dove viene aggiunto tramite dischi  la sostanza potenzialmente mutagenica.

Lo scopo del test è quello di verificare la capacità dell'agente potenzialmente mutagenico di indurre mutazioni tali da riportare il batterio a sintetizzare l'istidina, se ciò avviene vuol dire che la gente è ritenuto mutagene.

Inoltre vi è da dire che nel batterio oltre alla deficienza del Gene o dei Geni in grado di produrre l'istidina vi sono altre mutazioni indotte che rendono Ad esempio la membrana facilmente penetrabile dal agente cancerogeno e delle mutazioni che eliminano alcuni meccanismi di riparazione del DNA batterico come le scissione di nucleotidi (BER) e la riparazione per escissione di basi (NER).


Riporto impoarticolare le considerazione degli espertio in merito agli estratti di Aloe!


ANALISI SINGOLI STUDI:

Heimman 2003:

Rapporto Efsa:

Aloe:

Nello studio di Sehgal et al. (2013), la genotossicità di un WLE decolorato commerciale che

conteneva approssimativamente aloina A a 0,9 ppm, aloina B a 1,3 ppm e aloe-emodin a 0,2 ppm era

valutato nei saggi di mutazione inversa di S. Typhimurium con ceppi di tester TA98 e TA100 e

Saggio di riparazione del danno al DNA di E. coli SOS sia in assenza che in presenza dell'attivazione metabolica di S9.

Le concentrazioni applicate variavano da estratto concentrato di 21 volte a 20 volte diluito e negativo

i risultati sono stati osservati in entrambi i saggi. Tuttavia, il gruppo di esperti scientifici ha osservato che entrambi gli studi sono limitati

rilevanza poiché nel test di mutazione inversa sono stati utilizzati solo due ceppi di tester di S. Typhimurium e

che il test di riparazione del danno del DNA SOS non è attualmente utilizzato per i test di tossicologia genetica.


Nello studio di Morimoto et al. (1982), estratti grezzi di Aloe ferox Mill. in acqua o metanolo erano

valutato per la loro genotossicità in un test di mutazione inversa batterica (test di Ames) utilizzando la Salmonella

Il test di typhimurium filtra TA98 e TA100 e nel test di recitazione Bacillus subtilis (test di riparazione del DNA)

usando il ceppo mutante M45 rec- (incapace di riparare il danno al DNA) e il ceppo selvaggio H17 rec + come

controllo a livelli di dose di 10 mg / piastra e 6 mg / disco, rispettivamente. Il test di Ames è stato eseguito entrambi

in assenza e presenza di un metabolismo S9 del fegato di ratto esogeno. I risultati ottenuti hanno indicato

che solo estratti di acqua di Aloe ferox Mill. ha indotto un effetto genotossico nel test di analisi del Bacillus subtilis.

Tuttavia, il gruppo di esperti scientifici ha osservato che l'insieme di ceppi di tester di S. Typhimurium era insufficiente per essere rilevato

potenziali genotossine. Su questa base, il test di Ames eseguito è di rilevanza limitata per la valutazione del rischio

di acqua o metanolo Estratti di mulino di aloe ferox.

Non sono stati in grado di estrarre estratti dalla polpa di foglie di aloe vera (3 g in 5 ml di soluzione fisiologica)

ridurre significativamente la sopravvivenza di Escherichia coli wild-type o mutanti riparatori difettosi (recA, xthA,

Il test uvrA, wild-type / rfa, uvrA / rfa) si sforza sia in assenza che in presenza di radiazioni UV-A.

Tuttavia, sono state osservate rotture del singolo filamento di DNA nel plasmide pUC 9.1 quando incubate con 3, 30

e 300 lg / mL di estratto di polpa di foglie di aloe vera (Paes-Leme et al., 2005). Il gruppo di esperti scientifici ha osservato che la sostanza chimica

la caratterizzazione degli estratti non è stata eseguita e che i saggi impiegati non sono stati validati

e non sono inclusi nelle attuali linee guida dell'OCSE per i test di genotossicità.


Nello studio di Boudreau et al. (2013), due diversi campioni di gel di aloe vera sono stati testati su a

intervallo di dose di 100-10.000 lg / piastra in ceppi di S. Typhimurium TA97, TA98, TA100 e TA1535, con

e senza miscela S9 di fegato di ratto o criceto indotta al 10% o al 30% e fino alla dose limite di

6.000 lg / piastra in ceppi di S. Typhimurium TA98 e TA100, o ceppo E. coli WP2 uvrA / pKM101, con o

senza il 10% di fegato di ratto indotto S9, rispettivamente, e nessuna evidenza di mutagenicità è stata osservata. Allo stesso modo,

sono stati analizzati l'estratto di foglie intere filtrate con carbone vegetale aloe vera WLE (nativo) e aloe vera (decolorato)

per mutagenicità fino a concentrazioni di 6.000 lg / piastra in ceppi di S. Typhimurium TA98 e TA100,

ed E. coli ceppo WP2 uvrA / pKM101, con e senza fegato di ratto S9 indotto al 10%; nessuna prova di

la mutagenicità è stata osservata in uno qualsiasi dei tre ceppi, con o senza S9.


Il nostro ministero della Salute sta facendo di tutto per scongiurare la messa albando di queste sostanze che comporterebbe un serio e ingiustibicato problema al comparto naturale, speriamo che ci riescano inquanto i dati che emergono sono tutt'altro che esaustivi.

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Controllo Qualità Fitochimico e Microbiologico e Ricerca Sviluppo Microbiotica Estratti Vegetali 

giovedì 3 dicembre 2020

La Ricerca sul Microbiota nell' Estratto

 RICERCA MICROBIOTICA:



Grazie al controllo del Microbiota Vegetale nell' estratto, in un prossimo futuro saremo ingrado di indirizzare la produzione dei metaboliti del fitocomplesso della pianta officinale interessata verso lo scopo che ci siamo prefissati oltre che da utilizzare lo stesso microbiota come indicatore di qualità della pianta e del suo fitocomplesso.
Paolo Pelini  Erbochimico Valutazione Farmacognostica Controllo Qualità Estratti Vegetali e Ricerca Microbiotica 

giovedì 26 novembre 2020

L'IMPORTANZA DELLA TLC IN MICROBIOLOGIA E IN FITOCHIMICA

 L'IMPORTANZA DELLA TLC IN MICROBIOLOGIA E IN FITOCHIMICA:


Molto spesso da parte di alcuni professionisti si derubrica la Cromatografia TLC a semplice analisi preliminare, ma questa tecnica se ben usata ed interpretata può fornire molteplici informazioni sia in campo microbiologico che fitochimico. 

Ad esempio  per determinare  l'andamento di una reazione in tempo reale; coloro che  si occupano di biocatalisi (reazioni chimiche organiche catalizzate, in  cui il catalizzatore è rappresentato da cellule intere di un particolare  microrganismo) la utilizzano spesso in laboratorio.

Inoltre con la Cromatografia a Strato Sottile è possibile controllare negli estrati lo stato di deterioramento del prodotto nel tempo oltre che al controllo di potenziali batteri contaminanti che vanno ad influire sull'estratto.



Paolo Pelini Valutazione Farmacognostica, Controllo Qualità e Ricerca e Sviluppo Estratti Vegetali e Microbiotica

lunedì 19 ottobre 2020

Il Ruolo dell' Intelligenza Artificiale nell' Analisi degli Estratti Vegetali


 Il ruolo dell' Informatica nella nostra vita è oramai divenuto imprescindibile e lo sarà sempre di più nei prossimi anni.

Anche il ambito Fitochimico e di Controllo Qualità la Fitochemioinformatica, cioè il connubio uomo-macchina collegato allo studio dei metaboliti degle piante officinali è oramai una strada obbligata con l'avvento delle nuove tecniche computerizzate  di modelli molecolari dei metaboliti, analisi spetroscopiche Computerizzate "Tecnica Spectra", analisi Cromatografiche P-TCLscan e HPTLC ecc...

Ma questa collaborazione tra computer e uomo non deve far pensare ad una sostituzione del secondo da parte della macchina bensi un aiuto che deve essere pero affiancato da personale esperto e specializzato nell'analisi computerizzata e nella interpretazione grafica.

Che ci piaccia o no oramai questa è una strada obbligata che bisogna percorrere non con paura ma con attenzione alle nuove tecnologie per il bene della scienza.

 

Paolo Pelini Erbochimico

Valutazione Frmacognostica, Fitochimica,Fitochemioinformatica Estratti Vegetali 

http://www.paolopelinierbochimico.it 



giovedì 15 ottobre 2020

Azione Antimicrobica del fungo Athelia rolfsii

Uno studio condotto dall' Università di Gadjah Mada iun in Indonesia, dinostra l'attività antimicrobiche di composti isopreniti C5H8  (molecole costitutive dei Terpeni) prodotti da un fungo endofitico Athelia rolfsii (un fungo corticioide della famiglia delle Atheliaceae . È un agente patogeno facoltativo delle piante ed è l'agente eziologico della "peronospora" nei raccolti). isolato dalle foglie di Coleus amboinicus L.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1b/Leaf_-pani_koorkka.JPG Coleus amboinicus L.    https://lh3.googleusercontent.com/proxy/4XCrgs78mdrHutYy8lrFIc6gjtRCDJWSIypvsPzVqzH5sFHqpIQJpp3d-3PhklNBoztWfkJygYud5pb2LMQzTgREUMmDGy8VVjej-ZI Fungo al Microscopio: Athelia rolfsii

 

In particolare questi composti isoprenici si sono rilevati efficaci contro:  Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Bacillus subtilis, Salmonella typhi e Staphylococcus mutans.

 


Lo studio dimostra il potenziale antimicrobico dei composti isoprenici isolati da Athelia rolsii e del loro possibile impieco come antibatterici.


Paolo Pelini


Fonti:

https://jppres.com/jppres/pdf/vol8/jppres19.784_8.4.280.pdf?utm_content=buffer75349&utm_medium=social&utm_source=linkedin.com&utm_campaign=buffer

martedì 13 ottobre 2020

Ricerca: Il Microbiota degli Estratti modifica il Fitocomplesso

Paolo Pelini

 Grazie alla Tecnica di Fitochemioinformatica "SPECTRA" sono riuscito a dimostrare ed ho inviato prontamente i miei studi al Ministero della Salute e delle Politiche Agricole che la modifica del Microbiota interno ad un estratto ne modifica il contemuto molecolare. questo studio pubblicato sul Researchgate dimostra l'importanza di effettuare analisi fitochimiche e microbiologiche degli estratti prima e dopo la sterilizzazione per controllare la qualità del prodotto estratto.


 

Ulteriori studi sono in corso per stabilire quali molecole siano interessate, se solo quelle dell'estratto o anche i cataboliti dello stesso microbiota! 

Tutto questo per garantire la sicurezza della salute pubbica.


Paolo Pelini

Erbochimico - Farmacognostica e Controllo Qualirtà Fitochimico, Microbiologico Estratti Vegetali


mercoledì 7 ottobre 2020

L'acido ursolico (UA)


L'acido ursolico (UA) C30H48O è un triterpenoide pentaciclico presente in molte piante, tra cui rosmarino, origano, timo, lavanda, scorza di mela, frutti di bosco e basilico santo.  

UA ha un immenso potenziale terapeutico grazie alle sue proprietà analgesiche, antidiabetiche, antiaterosclerotiche, antinfiammatorie e antitumorali.  Ha un potenziale significativo per il trattamento della sclerosi multipla, rendendolo un composto di interesse per la ricerca.  Favorisce la maturazione degli oligodendrociti e coadiuva la riparazione della mielina associata al sistema nervoso centrale.

Paolo Pelini Erbochimico Esperto di Farmacognostica e Controllo Qualità Fitochimico e Microbiologico Estratti Vegetali 

giovedì 1 ottobre 2020

La Piperina

 La piperina è un alcaloide, presente in elevate concentrazioni Piperina nello strato esterno del frutto del pepe nero, Piper nigrum.



 Le sue concentrazioni possono variare dal 5 all'8%. È incolore ed è la responsabile dell'effetto piccante. Possiede varie proprietà tra cui:

 antiossidanti, 

anticonvulsive, 

anticancerogene, 

antimicotiche, 

neuroprotettive, 

antiparassitarie, 

termogeniche, 

aumenta la salivazione, 

riduce i tempi di transito intestinali, 

stimola la pigmentazione. 

mercoledì 30 settembre 2020

L' ANGOLO DELLA RICERCA

 







Ho deciso di inaugurare nel mio blog questa "rubrica" dove pubblicherò di tanto in tanto alcune mie ricerche e lavori che svolgo il mio laboratorio!

Oggi per innaugurala vi postero lo spettro molecolare di Indigofera tinctoria L. Con una tecnica spettrale da me mesa a punto e in fase di perfezionamento.

Spettro Molecolare Indigofera tinctoria L di Paolo Pelini con Scanspectralchemical

Spettro Molecolare Indigofera tinctoria L di Paolo Pelini con Scanspentralchemical

Con questa metodica si può stabilire lo spettro di una sostanza utile per valutare la composizione avendo gli standard di riferimento di un estratto vegetale. 

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali e Microbiotica 

domenica 27 settembre 2020

L' Olio essenziale di Achillea biebersteinii inibisce il biofilm di Staphylococcus aureus

 Achillea è un genere di piante dicotiledoni della famiglia delle Asteracee. 

In particolare è stato visto che l'olio essenziale della specie Achillea biebersteinii possiede attività antibatterica e antibiofilm! 

NMR Olio Essenziale di Achillea biebersteinii


In questo studio L'olio essenziale di Achillea biebersteinii ha mostrato una buona attività contro tutti i batteri testati.  I valori MIC erano compresi tra 0,125 e 1 mg / mL mentre i valori MBIC erano compresi tra 0,125 e 4 mg / mL.  Il meccanismo d'azione dell'olio essenziale di Achillea biebersteinii è correlato a un forte aumento della permeabilità di membrana dei materiali assorbenti a 260 nm e degli ioni di potassio dalla membrana cellulare.  L'olio essenziale di Achillea biebersteinii è stato in grado di inibire la formazione del biofilm dello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. 

L'olio essenziale di biebersteinii ha il potenziale per essere utilizzato come un efficace agente antibatterico e antibiofilm che funziona alterando la permeabilità della membrana cellulare con conseguente morte cellulare.

sabato 26 settembre 2020

Pelini : ARTEMISINA CONTRO COVID? HO I MIEI DUBBI!

 

ARTEMISINA CONTRO COVID? HO I MIEI DUBBI!
" Il presidente del Madagascar Andry Rajoelina promuove la controversa bevanda a base di Artemisia (chiamata Covid-Organics o CVO) contro il coronavirus da diverso tempo, e nonostante lo scetticismo della comunità scientifica internazionale da aprile di quest'anno ha iniziato a distribuirla alla popolazione."




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Continuo ad avere seri dubbi (vi rimando al Link a fine articolo) sulla possibile efficacia della Artemisina molecola estratta dalla Artemisia annua L. per quanto riguarda l'azione antivirale contro il coronavirus Sars-Cov-2, questo perchè a mio avviso la struttura della molecola 'Artemisina non gli consente di legarsi in maniera efficace ai siti di legame delle proteine Spike del virus.

https://www.unisr.it/mediaObject/unisr/ricerca/blog/Immagini/SPIKE_COVER/resolutions/res-l992x10000/SPIKE_COVER.jpgProteina Spike Sars-Cov-2 Artemisinin - 3D - Stick Model.png
Arteminina
 
 Link Studio e Modello Chemioinformatico che ho realizzato:
 
Paolo Pelini Erbochimico Farmacognostica Estratti Vegetali e Microbiotica
http://www.paolopelinierbochimico.it

giovedì 24 settembre 2020

La Mitrafillina

La Mitrafillina (MTP) appartiene alla classe di alcaloidi ossiindolici pentaciclici isolati dalle cortecce di Uncaria tomentosa L . 



 Presenta proprietà antitumorali, antigenotossiche, antiossidanti e linfociti.  Gli effetti benefici del MTP includono il trattamento di artrite, malattie cardiache, cancro e diverse malattie infiammatorie.

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali e Microbiotica 

Influenza e Covid l'importanza di vaccinarsi







Quest'anno più che mai siamo costretti a combattere non solo contro la classica influenza A ma anche contro un altro nemico il Covid-19.

Questo perché i due virus manifestano una sintomatologia molto simile e avendo lo stesso metodo di trasmissione è molto difficile discriminare I due tipi di virus!

E per questo motivo è importante fare chiarezza su alcuni rimedi che non hanno alcuna efficacia sulla classica influenza né tantomeno sul covid, 

Ma che stanno girando su internet!

Uno fra tutti è il rimedio omeopatico Oscillococcinum un rimedio ci tengo a precisare fin da subito del tutto inefficace al pari di acqua e zucchero, che nonostante le ormai evidenze scientifiche viene ancora commercializzato.

Questo prodotto si basa su l'estratto di cuore di anatra che conterrebbe un batterio l'oscillococcinum,  termine creato nel 1925 dal fisiologo francese Joseph Roy durante l'influenza spagnola il quale aveva a suo dire poi rivelatosi un Artefatto (errore di preparazione al microscopio del vetrino) scoperto la presenza di alcuni corpuscoli che vibravano poi rivelatesi bollicine d'aria nel sangue dei pazienti affetti da influenza e successivamente anche nel cuore di anatre e aveva collegato questi pseudo batteri all'influenza.

Oggi ben sappiamo che l'influenza è causata da un virus, ma purtroppo gira ancora questo rimedio omeopatico che ovviamente non porta alcun beneficio non solo perché gli pseudo batteri l'oscillococcinum non esistono ma oltretutto essendo omeopatico è diluito in una maniera tale che all'interno delle boccette vi resta semplicemente acqua! 

Ma in momenti del genere come quelli che stiamo attraversando nel quale dobbiamo essere ben sicuri di poter discriminare l'influenza dal covid e l'unico modo sicuro per poter discriminare i due virus è  il vaccino contro l'influenza. 

martedì 22 settembre 2020

I FLAVONI CONTRO COVID-19?


 Nei giorni scorsi è uscito da parte del CNR uno studio di chemioinformatica che si basa sull'utilizzo del computer per costruire modelli grafici delle proteine virali Sars-Cov-2 e utilizzarli per trovare molecole atte a fermare l'infezione.

Come ormai è di dominio pubblico è stato pubblicato uno studio sulla  la quercetina come molecola adatta a legarsi ai  due siti attivi della proteina 3cl proteasi del virus, una delle proteine responsabili della replicazione del virus, e si è visto che la quercetina riesce a legarsi perfettamente al sito attivo bloccando così gli effetti della proteasi e quindi il virus.

In realtà Pare che questa azione senza assolutamente sminuire la ricerca condotta è comune a molti Flavoni in quanto avendo uno scheletro molecolare in comune quello del flavone molte molecole nella stessa classe quali appunto quercetina, naringenina ed altre pare possano svolgere la medesima azione.

 Flavone Flavone

Questo ci potrebbe aprire la strada a tutta una serie di cluster molecolari derivati dal flavone che se confermata la loro azione di inibizione della 3cl proteasi potrebbero aiutarci contro Sars-Cov-2.

 QuercetinaQuercetina  3,3',4',5,7-pentaidrossiflavone 

 

 Narigenina 

Naringenina 5,7-diidrossi-2-(4-idrossifenil)croman-4-one

Link Quercetina e Narigenina contro Covid-19:

 NARINGENINA

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/ptr.6781

QUERCETINA

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0141813020339970?via%3Dihub&fbclid=IwAR1KLqa4PIUjCyTexC49X2nej9HkzKDJ214-tbgjaog7SHY4yRvHHimd23U

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali e Microbiotica 

lunedì 21 settembre 2020

BIFIDOBACTERIUM LONGUM CONTRO COVID-19? MA ANCHE NO!

 BIFIDOBACTERIUM LONGUM CONTRO COVID-19? MA ANCHE NO! 







A proposito dell'articolo uscito
in questi giorni su internet e su alcuni giornali riguardo la possibilità del bifidobacterium longum ( un batterio presente nella nostra flora batterica intestinale) di poter bloccare la cascata Ipercitochinica causata da Covid-19. 

Tramite la proteina fn3 che dovrebbe  bloccare le citochine, Vi è da dire che esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che tale proteina blocca in realtà solo tumor necrosis Factor Alpha (TNFalfa) e non altri tipi di citochine, 

Rendendolo di fatto inutilizzabile contro Sars-Cov-2. 

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali e Microbiotica 


giovedì 17 settembre 2020

Bromelina anti infiammatorio per uso topico

 


 La Bromelina, una sostanza o meglio un enzima proteolitico, cioè in grado di degradare le proteine scindendo gli aminoacidi che le costituiscono. 

Contenuta nell’estratto di Ananas (Ananas comosus) impiegata in campo fitoterapico soprattutto per le sue proprietà anti infiammatorie. È stata introdotta come sostanza terapeutica nel 1957.

In particolare la Bromelina è efficace come anti infiammatorio per uso topico.

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Controllo Qualità Estratti Vegetali 

lunedì 14 settembre 2020

La Resistenza agli Antibiotici e la Ricerca sulle Molecole Naturali come Arma.


l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dichiarando che entro il 2050 la resistenza dei batteri agli antibiotici potrebbe arrivare a provocare fino a 350 milioni di morti.

L’utilizzo spropositato e scorretto degli antibiotici sta conducendo al propagarsi di batteri resistenti e non più neutralizzabili da parte di diversi antibiotici. Questi microrganismi, che vengono anche indicati come ‘superbatteri‘, sono resistenti a diverse classi di antibiotici.
L’utilizzo scorretto degli antibiotici, in dosi non adeguate, in situazioni non necessarie, o anche la mancanza del completamento del trattamento, permette una selezione dei ceppi batterici resistenti (cioè che possiedono una resistenza agli antibiotici innata dovuta a varie mutazioni casuali nelle generazioni precedenti), dando loro maggiori probabilità di moltiplicarsi.
Come si contrasta tutto ciò? investendo in molecole o pool di molecole quelle naturali di origine vegetale verso le quali i batteri non abbiano sviluppato resistenza, inquanto non venuti mai in contatto con esse! 
E che non distruggano l'equilibrio tra batteri o meglio tra il microbiota naturale dell'organo interessato e i batteri patogeni cosi da non rendere questi ultimi in sovrannumero e soprattuto non permettere la selezione di batteri resistenti alle molecole antibiotiche. queste molecole inoltre volgerebbeto una azione che al contrario di quelle di sintesi stimolano le normali azioni difensive del sistema immunitario e che possono essere di supporto a quelle di sintesi che dovrebbero essere prese in extrema ratio onde evitare la selezione di batteri ad esse resistenti, infine vi è da dire che le piante potrebbero essere stimolate a produrre molecole ad azione antibatterica con l'utilizzo di batteri come da studi che sto conducendo.
Paolo Pelini Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali e Microbiotica
http://www.paolopelinierbochimico.it


sabato 12 settembre 2020

La reserpina attenua la formazione di biofilm e la virulenza dello Staphylococcus aureus

 

La reserpina attenua la formazione di biofilm e la virulenza dello Staphylococcus aureus.

 
 
La reserpina è un alcaloide iridolico, cioè un alcaloide con una struttura base della molecola indolo, nella quale il doppietto dell'azoto è impegnato nella struttura aromatica e quindi privo di reale basicità (caratteristica principale degli alcalioidi grazie alla presenza del azoto nell'anello aromatico).
Sono alcaloidi che derivano a livello biosintetico dal triptofano.
 

 
La Reserpina riduce l'attività del sistema nervoso, rallentando così il battito cardiaco e rilassando i vasi sanguigni.
Per farlo inibisce il recupero della noradrenalina a livello delle sinapsi sia nel sistema nervoso centrale che nel sistema nervoso periferico, questa molecola fu fu isolata nella radice essiccata della Rauwolfia serpentina, pianta nota come Sarpaganda.
Questo studio pare indicare la sua azione nel limitare la formazione di Biofilm ad opera di Staphylococcus aureus https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S088240101930909X
Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali

L'ECHINACEA

L'ECHINACEA :
Echinacea angustifolia è una specie di pianta erbacea, da fiore e perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae .
Echinacea angustifolia è inoltre particolarmente conosciuta al giorno d’oggi per la sua attività antiossidante.

La molecola più importante del fitocomesso di Echinacea  è il fenilpropanoide Echinacoside.

L’Echinacoside è un composto del metabolismo secondario prodotto dalla pianta per difesa nei confronti di agenti patogeni; è un glicoside naturale dell’acido caffeico che consiste di un trisaccaride formato da due molecole di glucosio e da una di ramnosio.
Gli effetti della molecola Echinacoside sono:
Stimolazione del Sistema immunitario, azione contro le infezioni delle alte vie respiratorie, antiossidante ecc..

mercoledì 9 settembre 2020

Il Microbiota del Neem possiede le medesime proprietà della Pianta?

 Il Microbiota del Neem possiede le medesime proprietà della Pianta?

Paolo Pelini

 

 

 

 

 

 

 

 Paolo Pelini

 

 

 

Il Neem (Azardirachta indica) è riconosciuto come una pianta medicinale ben nota per le sue proprietà 

antibatteriche, antimalariche, antivirali e antimicotiche, dovute ad una molecola presente nel fitocomplesso azadiractina C35H44O16 (fig.1 Cromatografia su Strato Sottile TLC)  una molecola del genere limonoide , 
 La quale  struttura di base è composta da vari anelli esatomici e un anello furanico di natura triterpenica altamente ossigenata, ovvero come triterpeni che hanno subito una forte degradazione ossidativa, chiamati tetranortriterpeni.
Cromatografia su Strato Sottile TLC Neem di Paolo PeliniCromatografia su Strato Sottile TLC Neem di Paolo Pelini

 
L'attivita antibatterrica del Neem è stata dimostrata inparticolare contro  
Pseudomonas fluorescens,Carnobacterium maltaromaticum,Lactobacillus curvatus,
 Lactobacillus sakei e Escherichia coli,
 interrompendo l'integrità della membrana cellulare batterica.
 inoltre il Neem ha dimostrato attività anti virale contro ad'esempio Herpes simplix HSV-1.
 Nonostante l'uso del Neem in varie applicazioni biomediche,
 mancano ancora gli studi di tossicità sulle cellule umane.
 Il Neem ha mostrato infatti una diminuzione della vitalità cellulare nei linfociti umani dopo 24 ore di esposizione ed  a concentrazioni inferiori (0,7–1 mg / mL) risulta non tossico mentre è tossico a concentrazioni più elevate (1,2–2 mg / mL).
 Lo stress ossidativo indotto dal Neem è evidenziato dall'esaurimento dei livelli di catalasi,
 SOD e GSH nei linfociti umani. Neem ha mostrato un danno al DNA nei linfociti umani.
 Uno Studio ha dimostrato che gli endofiti ( microbiota della piante) ciòè i microrganismi che persistono all'interno o tra i tessuti delle piante senza causare alcun effetto negativo sulla crescita e lo sviluppo della pianta, 
 si sono evoluti reciprocamente con la pianta del Neem  e sono stati segnalati per produrre metaboliti secondari simili a quelli della pianta ospite.
361 funghi e 80 endofiti batterici sono stati isolati da varie parti della pianta di neem,
 tra cui foglie, fiori, semi, corteccia, corteccia e radice 
 ed è stato scoperto che questi microbi producono tre metaboliti del Neem come epossidico / idrossiazadiradione, nimbina e salanina. 
Questi batteri endofiti possono avere grandi potenziali applicazioni in agricoltura, medicina e bioenergia 
E per tale ragione andrebbero valutate le loro potenziali proprietà antibatteriche e antivirali similari a quelle della pianta ospite.
 Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica e Controllo Qualità Fitochimico e Microbiologico
 Estratti Vegetali
 
Riferimenti Studio:
 

Neem Microbiome

  • Authors
  • Authors and affiliations
  • Varalaxmi B. Agasimundin
  • Kannan Rangiah
  • Ambardar Sheetal
  • Malali Gowda
  • Varalaxmi B. Agasimundin
  • Kannan Rangiah
  • Ambardar Sheetal
  • Malali Gowda
  1. 1.Centre for Functional Genomics and BioinformaticsTransDisciplinary UniversityBengaluruIndia
  2. 2.Centre for Cellular and Molecular PlatformsBengaluruIndia
 
 
 

martedì 8 settembre 2020

Che cos'è la Lattoferrina?

La lattoferrina è una glicoproteina capace di attrarre lo ione ferrico (Fe3+) impedendo così il danno prodotto dai radicali tossici dell'ossigeno e diminuire la disponibilità di ioni ferrici per i microrganismi ferro-dipendenti quali batteri Gram-Negativi che invadono l'ospite. È considerata uno tra i più importanti fattori dell'immunità naturale non anticorpale. È presente nel latte materno, nelle mucose e nei granuli dei neutrofili insieme ad altri fattori quali il lisozima e la lattoperossidasi.

La lattoferrina inoltre inibisce sia direttamente che indirettamente i diversi virus che causano malattie nell’uomo. Inibisce direttamente l’infezione virale legandosi ai siti dei recettori virali e/o agli eparansolfati delle cellule dell’ospite impedendo in tal modo che il virus infetti le cellule  inoltre, aumenta la risposta immunitaria sistemica all’invasione virale.

Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali 

lunedì 7 settembre 2020

ECHINACEA

 L'ECHINACEA :

Echinacea angustifolia è una specie di pianta erbacea, da fiore e perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae .

Echinacea angustifolia è inoltre particolarmente conosciuta al giorno d’oggi per la sua attività antiossidante.


La molecola più importante del fitocomesso di Echinacea  è il fenilpropanoide Echinacoside.


L’Echinacoside è un composto del metabolismo secondario prodotto dalla pianta per difesa nei confronti di agenti patogeni; è un glicoside naturale dell’acido caffeico che consiste di un trisaccaride formato da due molecole di glucosio e da una di ramnosio.

Gli effetti della molecola Echinacoside sono:

Stimolazione del Sistema immunitario, azione contro le infezioni delle alte vie respiratorie, antiossidante ecc..

giovedì 3 settembre 2020

La Quercetina contro Covid

Uno studio pubblicato recentemente in Italia ha dimostrato che la quercetina una molecola di origine naturale possiede una azione di inibizione contro SARS-COV-2. 
La quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del Covid19, mostrando un effetto destabilizzante sulla Proteina Enzimatica 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus.
 

Ma che cos'è  la Quercetina?


La quercetina C15H10O7 è un flavonolo cioè una molecola appartenente alla famiglia dei flavonoidi un gruppo di molecole organiche costituite da gruppi OH nell'anello benzenico. 
I flavonoli sono molecole formate da una struttura base 
Il 3-idrossiflavone formata cioè da
uno scheletro C15 di atomi di carbonio composto da due anelli aromatici ed uno eterociclico.
La quercetina possiede numerose attività anti cancerogeni, anti infiammatorie e anti ossidative.
 È isolabile da numerose specie vegetali tra cui: ippocastanocalendulabiancospinocamomillaiperico. 
Paolo Pelini Erbochimico
Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali 


sabato 29 agosto 2020

Falso dire che gli integratori non stimolano il Sistema Immunitario


Dire che gli integratori a base di piante officinali sono in grado di contrastare i virus e in particolare Covid-19 è una fesseria! Ma dire come sostenuto da un farmacologo italiano, il Professor Garattini, che gli integratori a base di piante officinali non abbiano effetto stimolante nei confronti del sistema immunitario e altrettanto falso. Infatti studi scientifici hanno dimostrato l'azione stimolante nei confronti del sistema immunitario di estratti come la Rosa Canina, Echimacea, Zenzero, Timo, Sambuco ecc... . Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Controllo Qualità Estratti Vegetali

martedì 25 agosto 2020

L'OLEANDRO NON È UN RIMEDIO CONTRO COVID-19!

L'OLEANDRO NON È UN RIMEDIO CONTRO COVID-19! 


Nei giorni scorsi è stato pubblicato uno studio in vitro sull'uso nel Oleandro contro il covid-19, tale studio però non tiene affatto conto della cardiotossicità di questa pianta molto pericolosa anche a basse dosi l'oleandro (Nerium oleander) infatti è una pianta velenosa perché in tutte le sue parti è contenuta la oleandrina, un glicoside come detto cardiotossico. In base al quantitativo di oleandrina si possono manifestare, sintomi quali bruciore, arrossamento e sensazione di intorpidimento in bocca. I sintomi tipici sono disturbi gastrointestinali accompagnati da dolori addominali, nausea e diarrea. Dopo il consumo di una quantità più importante, possono insorgere gravi disturbi del ritmo cardiaco, ipotensione arteriosa e squilibri elettrolitici. Paolo Pelini Erbochimico Esperto nella Valutazione Farmacognostica Estratti Vegetali

lunedì 10 agosto 2020

Perché è importante il Microbiota negli Estratti Vegetali:

Perché è importante il Microbiota negli Estratti Vegetali? 



Si sente parlare sempre più spesso del Microbiota  e del l'importanza che questo ha sulla salute umana, ma è importante tener presente anche un'altro Microbiota quello delle Piante Officinali o meglio dell'estratto vegetale!
Questo che andrebbe definito Microbiota Officinale, infatti condiziona secondo nostri studi recenti l'attività molecolare dei singoli componenti del Fitocomplesso e quindi l'azione fitoterapeutica dell' estratto.
Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Controllo Qualità Droghe Vegetali
http://www.paolopelinierbochimico.it

martedì 30 giugno 2020

ACETILAZIONE DEGLI ISTONI UN'ARMA CONTRO IL CANCRO.

ACETILAZIONE DEGLI ISTONI UN'ARMA CONTRO IL CANCRO.
L' Acetilazione delle proteine Istoniche può diventare una ottima strategia di difesa nella lotta al Cancro, favorita anche da sostanze naturali (che non vanno intese come cura o sostituenti della chemio o di altre terapie prescritte dal medico) come la curcuma. Gli istoni sono proteine del nucleo cellulare che contribuiscono a “impacchettare” il Dna in unità definite nucleosomi, una strategia vitale per poter contenere il materiale genetico (cromatina) all’interno del volume cellulare. Una volta trascritti, gli istoni posso subire modifiche nella catena aminoacidica, come l’introduzione di un gruppo acetile (acetilazione) o metile (metilazione) che determinano importanti conseguenze sulla compattezza della cromatina stessa e sull’espressione genica. Con istoni acetilati, la cromatina è meno densa e i geni riescono a codificare. Viceversa, la cromatina si presenta più compatta e i geni rimangono spenti. Le modifiche post-trascrizionali dell'istone possono provocare alterazioni nell'espressione genica senza influenzare la sequenza del Dna e tali variazioni epigenetiche sono in grado di modificare lo sviluppo di diversi tipi di cancro. Alcume molecole di origine vegetale come la Curcumina e la Quercetina possono impedire questi processi di acetilazione delle proteine Istoniche proteggendo dal cancro. Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Botanicals

lunedì 29 giugno 2020

Controllo Qualità Anatomo Morfologico Microscopico Droghe Vegetali

CONTROLLO QUALITÀ ANATOMO MORFOLOGICO MICROSCOPICO DROGHE VEGETALI:
Il Controllo Qualità delle droga vegetale (parte della pianta officinale nella quale è presente il fitocomplesso) non si limita al solo controllo chimico con TLC o altre metodiche, ma passa anche attraverso l'analisi anatomo morfologico  microscopica, attraverso saggi microscopici necessari al raggiungimento di una sicura identificazione e per la distinzione dalle eventuali sofisticazioni o contaminazioni.
Queste tecniche sono importanti per garantire l'assoluta qualità e per garantire la sicurezza.
Paolo Pelini
Erbochimico Valutazione Farmacognostica, Analisi Anatomo Morfologica Microscopica, Controllo Qualità Fitochimico e Microbiologico Botanicals

giovedì 25 giugno 2020

La Vitamina C come anticancerogena?

La Vitamina C come anti cancro? Facciamo chiarezza!

Nei giorni scorsi sono usciti degli articoli su uno studio che afferma che la vitamina C unita a farmaci per immunoterapia darebbe una risposta antitumorale, e questo ha scatenato una rincorsa all'assunzione di dosi massicce di vitamina C.
Ora, non vi è dubbio che la vitamina C abbia un ruolo importante nel potenziamento del sistema immunitario ma per ora i dati in possesso della comunità scientifica non danno alcuna prova che questa sostanza possa avere un azione anticancerogena ma al massimo di coadiuvante accoppiata a farmaci con comprovata azione anticancerogena e immunoterapeutica.
Paolo Pelini Erbochimico Valutazione Farmacognostica Botanicals

giovedì 14 maggio 2020

NICOTINA CONTRO COVID-19

FACCIAMO CHIAREZZA: NICOTINA CONTRO COVID-19

Nei giorni scorsi l’OMS ha lanciato l’allarme sulle dichiarazioni di alcuni scienziati Francesi che asserivano che il fumo potrebbe avere effetti inibitori nei confronti di SARS-CoV -2, mettendo in guardia dai possibili rischi del fumo.
Paolo Pelini















Lo “studio” francese afferma che il fumo e la nicotina possono avere effetti inibitori contro il coronavirus basandosi su dati puramente statistici e asserendo che la nicotina agirebbe sui recettori ACE2 bersaglio del virus nella cellule ospiti di polmone e sistema cardiaco che il virus utilizza come attracco ed ingresso , asserendo inoltre erroneamente che tali recettori sono recettori nicotinamidici.
In realtà tali recettori non sono affatto recettori nicotinamndici e non vi è alcuna prova scientifica che la nicotina possa legarsi ne tanto meno impedire alle proteine pike S del virus di legarsi alle cellule ospiti mediante tali recettori.

Mentre sono molto concreti i rischi e i danni dell’ assunzione del fumo di sigaretta come cancro al polmone, malattie cardiovascolari, enfisemi ecc.

Paolo Pelini
Valutazione Famacognostica Piante Officinali
Roma- Italia

mercoledì 13 maggio 2020

PIANTE TINTORIE E LE LORO PROPRIETA’ ANTI CANCEROGENE

PIANTE TINTORIE E LE LORO PROPRIETA’ ANTI CANCEROGENE

Autore: Paolo Pelini
Introduzione
La chemioterapia, o l'uso di agenti chimici per distruggere le cellule
tumorali, è un passaggio nodale nel trattamento dei tumori maligni. Il
maggior vantaggio della chemioterapia è la possibilità di trattare tumori
molto estesi e le metastasi tumorali, laddove la chirurgia e la radioterapia
consentono di trattare principalmente tumori che sono confinati in aree
specifiche.
Pertanto la chemioterapia è in continua ricerca di molecole dotate del
livello massimo di potenza e selettività di azione.
I chemioterapici che hanno come effetto terapeutico la distruzione di una
popolazione cellulare avranno tanto maggiori probabilità di successo
quanto maggiori sono le differenze biologiche esistenti tra le cellule
bersaglio e le cellule dell’organismo ospite.
Queste differenze, che sono minime tra la popolazione cellulare
neoplastica rispetto a quella dell’organismo da cui essa si è originata,
rendono ragione del fatto che un agente antitumorale, raramente potrà, da
solo, eliminare tutte le cellule cancerose senza dare effetti tossici
collaterali per il paziente.
La chemioterapia antitumorale è infatti fortemente limitata dalla sua
tossicità, cioè da un indice terapeutico molto ristretto. Tuttavia, enormi
progressi sono stati fatti anche in questo campo, grazie allo studio dei
fattori che interagiscono tra loro nel corso di una malattia neoplastica,
come la natura del paziente e i cambiamenti del suo stato metabolico,
endocrino, immunologico, la neoplasia e la sua peculiare biologia ed
infine il meccanismo d’azione dei farmaci antitumorali.
Comprendere il ciclo riproduttivo della cellula normale e il
comportamento di cellule maligne o cancerose è quindi necessario per
comprendere come la chemioterapia possa distruggerle.
Di seguito è riportato un esempio del ciclo riproduttivo della cellula
eucariota dove è possibile distinguere cinque fasi:
nella fase G0 la cellula non è impegnata nell’attività riproduttiva e
quindi svolge la sua normale funzione all’interno dell’organismo.
nella fase G1 la cellula inizia la sintesi delle proteine e dell’RNA
necessari per la duplicazione dei cromosomi.
nella fase S la cellula duplica i cromosomi.
nella fase G2 c’è una nuova fase di sintesi di proteine e di RNA in
cui la cellula si prepara alla divisione.
nella fase M si ha la divisione cellulare o mitosi.

Figura 1-Schema delle fasi del ciclo riproduttivo della cellula.


















 Si distinguono
almeno quattro fasi, in ognuna delle quali la cellula si prepara per una successiva
mitosi. Errori in questo processo possono compromettere la vitalità cellulare e
per tale motivo esistono dei punti di controllo (checkpoints), localizzati a livello
delle transizioni G1/S e G2/M. L’omeostasi tissutale viene controllata da
numerosi geni, i quali codificano proteine che fungono o da regolatori positivi o
da regolatori negativi del ciclo cellulare. Mutazioni a carico di tali geni possono
portare ad alterazioni del ciclo cellulare e quindi a proliferazione incontrollata.
Fisiologicamente, l’omeostasi tessutale è garantita da un continuo
equilibrio tra cellule proliferanti e cellule in necrosi in modo tale che la
densità cellulare sia sempre costante. Non tutte le cellule sono nello stesso
ciclo replicativo: alcune sono in fase G0, sono cioè quiescenti perché non
si replicano per un periodo di tempo indeterminato ma possono in
qualsiasi momento rientrare in azione, mentre altre, una volta
differenziatesi, perdono definitivamente la capacità proliferativa. Queste
ultime sono escluse dal target terapeutico dei farmaci citotossici ma ciò
non significa che lo siano anche per quanto riguarda gli effetti tossici (es:
le antracicline possono danneggiare irreversibilmente i miocardiociti)2,3,20.
La maggior parte dei farmaci chemioterapici attualmente disponibili
distruggono le cellule del cancro bloccando, per diverse vie, la sintesi del
DNA o alterando altre funzioni del ciclo cellulare.
Il tumore, che è un processo multifasico1, si sviluppa di solito nel corso di
diversi anni, durante i quali si verificano alterazioni geniche multiple.
Nella maggior parte dei casi si tratta di mutazioni somatiche (traslocazioni
cromosomiche, inversioni, amplificazioni o mutazioni puntiformi), alcune
delle quali sono ritenute responsabili dell’ attivazione di oncogeni,
effettori della trasformazione neoplastica, mentre altre sono considerate
promotrici della perdita funzionale dei geni oncosoppressori, regolatori
negativi della crescita.
Tre tipi di geni principali controllano la proliferazione cellulare:

Protoncogeni: geni coinvolti nella stimolazione, crescita e
proliferazione cellulare. Mutazioni a carico di questi geni comporta un
processo di attivazione (oncogène) che a sua volta provoca un aumento di
tali funzioni e quindi dei processi di trasformazione ed invasività. Gli
oncogeni hanno funzione dominante: una sola copia genica mutata è
sufficiente a produrre il cancro per acquisizione di funzione (“gain of
function”).

GENE FUNZIONE TUMORI ASSOCIATI
Catena β del PDGF fattore di crescita Osteosarcomi
Int2 fattore di crescita dei
fibroblasti
carcinoma vescica e mammella
Erb1 recettore per EGF carcinoma polmone
Erb2 recettore per EGF carcinoma ovaio, stomaco,
mammella, polmone
Ret recettore per GDNF carcinoma papillifero, tiroide,
MEN2A/B, midollare tiroideo
familiare
Fms recettore per CSF-1 leucemie
Ras GTP-binding protein
trasduttrice del segnale
carcinoma colon, pancreas,
vescica, tiroide
c-myc, N-myc, L-myc fattori trascrizionali linfomi, Neuroblastoma,
carcinoma polmone
Cicline D (PRAD-1,
bcl-1)
proteine del ciclo
cellulare
Adenoma paratiroideo, linfomi,
carcinoma fegato, mammella

L’oncogène è quindi una versione modificata di un gene cellulare che
acquisisce funzione dominante nel promuovere la proliferazione cellulare.

Figura 2- Trasduzione del segnale, ossia catena di reazioni che trasmette segnali
(soprattutto idrofilici) dalla superficie cellulare verso bersagli intracellulari di
vario tipo, al fine di controllare la trascrizione di determinate proteine e/o la
crescita cellulare. 













Qualsiasi danno a carico dei geni codificanti tali proteine
potrebbe essere causa di un processo carcinogenico.











Oncosoppressori: sono geni aventi un ruolo di controllo negativo
della proliferazione cellulare, al fine di prevenire eventi di crescita
cellulare abnorme. Normalmente questi geni inibiscono la crescita
cellulare. Gli oncosoppressori sono recessivi a livello cellulare. Entrambe
le copie geniche devono essere alterate perchè si sviluppi il tumore (“loss
of function”). Infatti, la maggior parte dei tumori ereditari sono dovuti
all’ereditarietà di un gene oncosoppressore mutato (first hit) e
l’ereditarietà della predisposizione a sviluppare il cancro è dominante
(50% di rischio da un genitore portatore). E’ però necessario un secondo
colpo (second hit) per lo sviluppo del tumore, pertanto il gene agisce in
modo recessivo a livello cellulare.

Geni oncosoppressori:

NF-1 inibizione di Ras Shwannomi Neurofibromatosi1
APC inibizione del
segnale fitogenico
carcinoma stomaco,
colon, pancreas
Polipomatosi
familiare del colon,
carcinoma colon
WT-1 fattore trascrizionale Nefroblastomi tumore di Wilms
Rb regolazione del ciclo
cellulare
Retinoblastoma,
Osteosarcoma,
carcinoma mammella,
colon, polmone
Retinoblastoma,
Osteosarcoma
P16 inibizione delle
CDKs
carcinoma esofago,
pancreas
Melanoma familiare
P53 risposta al danno al
DNA
nei tumori maligni
avanzati
Sindrome Li-
Fraumeni
Geni coinvolti nel “DNA repair: Sono geni aventi un ruolo nel
riparare eventuali mutazioni o alterazioni del DNA dovute sia a fattori
endogeni (es: disfunzioni enzimatiche) che esogeni (es: raggi UV).
Mutazioni a carico di questi geni possono portare ad eventi di “missrepair
e quindi ad un accumulo di mutazioni potenzialmente
cancerogene.
GENE FUNZIONE TUMORI
ASSOCIATI A
MUTAZIONI
SOMATICHE
TUMORI
ASSOCIATI A
MUTAZIONI
EREDITARIE
BRCA-1
BRCA-2
riparo del DNA carcinoma
mammella, ovaio
carcinoma
mammella, ovaio
MSH
MLH
riparo del DNA
miss match
carcinoma colon carcinoma colon non
polipomatoso

La carcinogenesi, che è un processo multi-fattoriale, riconosce diverse fasi
con eventi genetici multipli (mutazioni) che si verificano in un lungo arco
temporale (almeno 10 anni nella maggior parte dei casi). Alla base della
carcinogenesi21 c’è quindi un danno genetico non letale, provocato dall’
azione di numerosi fattori, i quali possono essere divisi in:
Estrinseci: fattori ambientali (onco-virus, radiazioni, prodotti
chimici, dieta, etc.)
Intrinseci: fattori genetici o fisiologici (stato immunitario,
equilibrio endocrino, etc.)

L’ipotesi genetica del cancro parte dal presupposto che una massa
tumorale sia il risultato dell’ espansione clonale di una singola cellula che,
a seguito di una o più mutazioni e del fallimento dei meccanismi di
regolazione atti a mantenere l’omeostasi del numero delle cellule
dell’organismo, va incontro a proliferazione incontrollata illimitata, che
rimane localizzata, nel caso di tumore benigno, mentre va incontro a
metastatizzazione o disseminazione di cellule neoplastiche, nel caso di
tumore maligno o cancro.

Esistono almeno tre fasi nel processo di carcinogenesi:
Iniziazione, che consiste nell’acquisizione di una mutazione nel
DNA di una cellula normale (modifica irreversibile), che le conferisce
capacità di crescita individuali. L’agente iniziante può essere un
carcinogeno ambientale o un difetto geneticamente trasmesso.
Promozione/Conversione, in cui uno specifico agente
(promotore) aumenta le capacità proliferative della cellula iniziata. I
promotori spesso interagiscono con il DNA ed aumentano le capacita’ di
espressione del DNA mutato. Il clone di cellule prende la forma di un
tumore benigno (fisicamente coeso).
Progressione, consiste nella transizione della cellula iniziata verso
la malignità. Le cellule singole possono distaccarsi ed iniziare nuovi cloni
che crescono a distanza (metastasi) avvalendosi di un processo di
angiogenesi.
La carcinogenesi è quindi causata da mutazioni del materiale genetico di
cellule normali, e ciò altera l’equilibrio tra proliferazione e morte
cellulare. Questo dà luogo a una divisione cellulare incontrollata ed alla
formazione del tumore.
Lo scopo della chemioterapia è proprio quello di bloccare la proliferazione
neoplastica, uccidendo il maggior numero possibile di cellule tumorali
proliferanti e non, requisito fondamentale per ottenere miglioramenti
clinici evidenti.
Quindi è chiaro che l’obiettivo principale è quello di modificare la curva
di crescita delle cellule tumorali in modo da ottenerne una regressione.
La velocità di crescita dei tumori in vivo è all’inizio rapida, ma quando il
tumore aumenta di dimensioni, esso rallenta a causa della inadeguatezza
della vascolarizzazione, che porta le cellule ad una mancanza di nutrienti e
di ossigeno. La riduzione della massa tumorale mediante la chirurgia o la
terapia radiante aumenta il reclutamento delle cellule che rimangono nella
fase attiva del ciclo ed aumenta la loro sensibilità ai farmaci
chemioterapici.
Tra i problemi associati alla chemioterapia vi è quello dovuto al fatto che
non è stato ancora possibile scoprire farmaci specifici per le cellule
tumorali, essendo queste molto simili da un punto di vista metabolico a
quelle normali. Il cancro rappresenta dunque un problema di notevole
portata, e scoprire nuovi bersagli biologici risulta fondamentale per poter
utilizzare in maniera appropriata l’attuale generazione di agenti neoplastici.

PIANTE TINTORIE:
Il mondo vegetale come sempre ci viene in aiuto, infatti molte piante hanno azione anti cancerogena alcune di queste sono le piante cosi dette tintorie per la capacità dei loro metaboliti di colorare.
Un esempio e la Rubia tinctorum L, infatti studi condotti sui due pigmenti di questa piante Alizarina e Purpuruna




a: Alizarin b. Purpurin








    Hanno dimostrato che presentano un certo grado di effetti inibitori selettivi verso le cellule tumorali, Gli effetti di alizarina, purpurina e un estratto acquoso dalla coltura radicale pelosa trasformata di Rubia tinctorum L. sono stati esaminati su proliferazione cellulare, apoptosi, adesione / morfologia cellulare e migrazione (chemiotassi, chemochinesia ) delle linee cellulari di melanoma umano e di cellule di fibroblasti umani (MRC-5), nonché l'estratto acquoso è stato caratterizzato analiticamente.
    Anche Lawsonia inermis L. o più conosciuta come pianta dell’ Hennè possiede attivita anticancerogena nonostante in passato fu accusata dell’esatto opposto.
    Il fatto che molti scordano che una sostanza per portare benefici o malefici insomma per essere cancerogena o anticancerogena o non provocare affatto danni va saputa dosare, nel senso vero e proprio del termine!
    Infatti molte sostanze per acquisite potere cancerogeno o mutageno non basta che siano intercalanti (che si leghino al DNA) ma devono essere presi in una certa dose.
    Il Lawsone metabolita con proprietà coloranti che in realtà non è presente neanche nella pianta ma si forma a seguito di reazioni secondarie di ossidazione e acidificazione dei tre preculsori questi si presenti nella pianta detti hennosidi A,B,C, infatti il Lawsone come ho avuto modo di dimostrare si forma nella pianta solo a seguito di un processo di ossidazione da parte di certi batteri che possono contaminare la pianta o l’estratto (ma questo è un altro discorso), si è visto che anche il Lawsone possiede attività anticancerogena portando ad apoptosi le cellule cancerogene.

    Lawsone













    Anche Indigofera tinctoria possiede le sue proprietà anticancerogene a seguito della molecola Indaco che svolge una azione citotossica e antiproliferativa nel carcinoma alla cervice, carcinoma gastrico e al colon







Indaco




Su queste e altre molecole tintorie vanno effettuati studi più approfonditi perché potrebbero aiutarci molto nella lotta contro il cancro.

Paolo Pelini
Erbochimico
Valutazione Farmacognostica Piante Medicinali
Roma-Italia